martedì 26 agosto 2008

..MIERU MIERU LALLA'...

Vino color del giorno,vino color della notte,vino con piedi di porpora o sangue di topazio,vino,stellato figliodella terra,vino, liscio come una spada d’oro,morbido come un disordinato velluto,vino inchiocciolato e sospeso,amoroso,marino,non sei mai presente in una sola coppa,in un canto, in un uomo,sei corale, gregario,e, quanto meno, scambievole.


A volteti nutri di ricordi mortali,sulla tua onda andiamo di tomba in tomba,taglia pietre del sepolcro gelato,e piangiamo lacrime passeggere,ma il tuo bel vestito di primavera è diverso,il cuore monta ai rami,il vento muove il giorno,nulla rimane nella tua anima immobile.

Il vino muove la primavera,cresce come una pianta di allegria,cadono muri,rocce,si chiudono gli abissi,nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto con la bella che amo,disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio.


Amor mio, d’improvviso il tuo fianco è la curva colma della coppa il tuo petto è il grappolo,la luce dell’alcol la tua chioma,le uve i tuoi capezzoli,il tuo ombelico sigillo puro impresso sul tuo ventre di anfora,e il tuo amore la cascata di vino inestinguibile,la chiarità che cade sui miei sensi,lo splendore terrestre della vita.



Ma non soltanto amore,bacio bruciante e cuore bruciato,tu sei, vino di vita,ma amicizia degli esseri, trasparenza,coro di disciplina,abbondanza di fiori.Amo sulla tavola,quando si conversa,la luce di una bottiglia di intelligente vino.

Lo bevano;ricordino in ogni goccia d’oro o coppa di topazio o cucchiaio di porpora che l’autunno lavorò fino a riempire di vino le anfore,e impari l’uomo oscuro,nel cerimoniale del suo lavoro,e ricordare la terra e i suoi doveri,a diffondere il cantico del frutto.

Pablo Neruda

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